mercoledì 16 gennaio 2008

ANNULLATA VISITA DEL PAPA ALLA SAPIENZA


ROMA - Visita annullata di Benedetto XVI alla Sapienza di Roma, manderà solo un messaggio. Dopo giorni di contestazioni e polemiche per la partecipazione del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico, il Vaticano ha preferito "soprassedere all'evento". Decisione presa Oltretevere, ufficialmente a "seguito delle ben note vicende di questi giorni", ma sulla quale in realtà avrebbe pesato il timore di disordini in città. Anche se da parte italiana è stato assicurato che non sono mai esistiti motivi di sicurezza, come ha detto il ministro dell'Interno Giuliano Amato. E del resto alla stessa conclusione era giunto in mattinata il comitato provinciale per la sicurezza, al quale aveva partecipato anche la sicurezza vaticana. "Ritengo che il Papa non abbia ravvisato condizioni di serenità", ha sottolineato Amato Al "fragoroso" plauso degli studenti ("l'annullamento è vittoria della laicità") protagonisti principali della contestazione a Ratzinger e che in mattinata avevano anche occupato la sede del rettorato, si è contrapposta una vera e propria bufera politica: l'opposizione ha parlato di "vergogna ed indignazione" chiamando in causa la responsabilità della sinistra e addirittura la mancanza di democrazia. "Ancora una volta - ha detto Silvio Berlusconi - la libertà nel nostro Paese ha subito una grave ferita da parte di una ideologia settaria e faziosa". Ma anche esponenti del centro sinistra hanno parlato di "grave pagina di oscurantismo" come ha detto Luciano Violante. Per Fini, sono ferite le coscienze degli italiani. Il premier Romano Prodi ha risposto dando "solidarietà forte e convinta" al Papa, condannando le "dichiarazioni e gli atteggiamenti che hanno provocato una tensione inaccettabile e un clima che non fa onore alle tradizioni di civiltà e di tolleranza dell'Italia". Numerosi esponenti del governo, in particolare il ministro Fabio Mussi, e della maggioranza si sono rammaricati per l'annullamento della visita, mentre di "scelta opportuna" ha parlato al contrario il leader del Ps Enrico Boselli e una "ottima notizia" l'ha definita il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi. Plauso anche da Arcigay, da sempre molto critico su Papa Ratzinger. Di contro, secondo la Cei il Papa è stato "oggetto di un gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale". Da parte dei professori di fisica 'dissidenti', autori fin da novembre delle lettere contro la visita del papa che hanno dato il via alle polemiche, è arrivata, in ogni caso, la precisazione che nel loro intervento non era presente alcun intento di censura nei confronti del Papa. Il rettore della Sapienza Renato Guarini, che pure aveva mediato con gli studenti per dare loro uno spazio per manifestare, ha detto di rispettare la decisione della Santa Sede "anche se con rammarico: l'incontro con il Papa poteva rappresentare un momento importante di riflessione per credenti e non credenti su problemi etici e civili, quale l'impegno per l'abolizione della pena di morte, che sono la linfa vitale del nostro lavoro didattico e di ricerca". E ha parlato di "cattivi maestri" in relazione alle responsabilità iniziali della contestazione. Contestazione che non sembra esaurirsi con la decisione del Papa e che registra una singolare coincidenza: proprio il 15 gennaio di 40 anni fa, si ebbe il primo "segnale" del Sessantotto con un volantinaggio non violento in piazza San Pietro degli studenti dell'università Cattolica. Roma, intanto, si prepara a vivere domani altre giornate di tensione all'università: gli studenti hanno deciso di mantenere le iniziative di protesta "laica" di domani e dopodomani, mentre Forza Nuova si è convocata alla Sapienza giovedì in "difesa della libertà di parola" del Papa. Giuliano Ferrara, infine, si è candidato a porre "un piccolo argine culturale e civile" a "questa vergogna incancellabile" organizzando una serata di "conversazione laica sulla libertà di parola così banalmente e violentemente tradita dai soliti chierici".


CEI: EMERSA INTOLLERANZA ANTIDEMOCRATICAdi Fausto GasparroniCITTA' DEL VATICANO - Il Papa è stato "oggetto di un gravissimo rifiuto che manifesta intolleranza antidemocratica e chiusura culturale". Non usa mezzi termini la presidenza della Cei per commentare il fatto che l'università fondata da Bonifacio VIII nel 1303 non potrà vedere sette secoli dopo la visita di un altro Pontefice, Benedetto XVI. Alla sofferta decisione di "soprassedere all'evento" che era in programma alla 'Sapienza' giovedì prossimo - resa nota alle 17:07 di oggi con il laconico comunicato della sala stampa vaticana - i vertici della Conferenza Episcopale Italiana si associano esprimendo "la propria incondizionata vicinanza a Benedetto XVI". "Tanto più - viene sottolineato - che la visita del Santo Padre era cordiale risposta a un invito espresso dagli organi responsabili dell'Università, ma reso inefficace dalla violenza ideologica e rissosa di pochi". Le dure parole contro quanti, docenti e studenti, si sono opposti al fatto che Benedetto XVI parlasse alla 'Sapienza', testimoniano il livello d'allarme che la Chiesa italiana attribuisce alla vicenda, anche se non manca il richiamo affinché si ristabiliscano tempi migliori. "Auspichiamo - dice la presidenza dell'episcopato cattolico - che attraverso il ripristino dell'identità culturale e della funzione educativa dell'Università, mediante l'opera dei docenti e la responsabile partecipazione degli studenti, la vita dell'Ateneo possa ritornare a quella forma ordinata che sola permette l'acquisizione e il confronto culturale, a servizio della persona e della società". Il commento della Cei ha 'bucato' questa sera la cortina di silenzio che, da parte vaticana, era stata innalzata per tutto il giorno sulla decisione di rinunciare alla visita all'ateneo romano. In precedenza, varie erano state le voci della Chiesa che avevano sostenuto i buoni motivi della partecipazione del Papa all'apertura dell'anno accademico e la pretestuosità delle contestazioni e delle polemiche. Dopo che ieri la Radio Vaticana aveva denunciato le "iniziative di tono censorio", con riferimento all'appello firmato dai 67 docenti contro l'invito al Pontefice, oggi il portavoce della Cei, don Domenico Pompili, sempre alla Radio Vaticana aveva definito tutta la polemica "curiosa, se non paradossale", affermando che "se c'é un uomo che si troverà di casa alla Sapienza è proprio Benedetto XVI", cioé "un uomo che ancor prima che come Papa può essere identificato come uomo di cultura". L'Osservatore Romano, uscito poco prima dell'annullamento della visita deciso dalla Santa Sede, ha invece pubblicato in prima pagina un articolo del matematico di origine ebraica Giorgio Israel, docente proprio all'ateneo romano, sulla conferenza su Galileo tenuta da Joseph Ratzinger nel 1990, intitolato "Quando Ratzinger difese Galileo alla Sapienza". "E' sorprendente - argomenta Israel - che quanti hanno scelto come motto la celebre frase attribuita a Voltaire 'mi battero' fino alla morte perché tu possa dire il contrario di quel che pensò, si oppongano a che il Papa tenga un discorso all'università di Roma La Sapienza". "Che cosa di tanto grave - si chiede il matematico - ha spinto a mettere da parte la tolleranza volterriana?". Poi, contestando il fatto che nell'appello dei 67 scienziati al rettore, Benedetto XVI viene presentato "come un ostinato nemico di Galileo", Israel ricorda che il discusso intervento del 1990 "può ben essere considerato, per chi lo legga con un minimo di attenzione, come una difesa della razionalità galileiana contro lo scetticismo e il relativismo della cultura postmoderna". In altre parole, "chi conosca un minimo i recenti interventi del Papa sull'argomento sa bene come egli consideri con 'ammirazione' la celebre affermazione di Galileo che il libro della natura è scritto in linguaggio matematico". Come è possibile, si chiede ancora Israel sul quotidiano della Santa Sede, che dei docenti "siano incorsi in un simile infortunio?". "Né c'entra la laicità - rincara -, categoria estranea ai comportamenti di alcuni dei firmatari, che non hanno mai speso una sola parola contro l'integralismo islamico o contro la negazione della Shoah".


RAMMARICO RETTORE, "SCONFITTA DELLA LAICITA'"Ha ascoltato gli studenti in rivolta che avevano occupato il rettorato questa mattina, ha concesso loro uno spazio dove poter manifestare giovedì, dopo aver premesso di credere "nell'autocontrollo e nella capacità degli studenti di sapersi organizzare", ma nulla ha potuto quando la Santa Sede ha comunicato che il Papa non avrebbe più partecipato all'inaugurazione dell'anno accademico. Renato Guarini, il rettore della Sapienza, l'ateneo più grande d'Europa, è stato uno dei protagonisti di questa lunga e intensa giornata, in cui alla fine ha vinto il fronte del 'no' alla visita del Papa alla Sapienza nel giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico. Dopo aver appreso la decisione della Santa Sede di annullare la visita del Papa, che per Guarini è indipendente dalla decisione di concedere uno spazio agli studenti per manifestare, il rettore ha commentato che "la rispettava, anche se con rammarico". E ha aggiunto: "L'incontro con il Pontefice poteva rappresentare un momento importante di riflessione per credenti e non credenti su problemi etici e civili, quale l'impegno per l'abolizione della pena di morte, che sono la linfa vitale del nostro lavoro didattico e di ricerca. L'ascolto della voce di uno studioso che ha scritto su temi del nostro tempo sarebbe stato alimento per la libertà delle coscienze e per tutti coloro che si interrogano laicamente". Verso sera ha incontrato i giornalisti e ha sottolineato che l'assenza del Papa rappresenta "una sconfitta per la libertà di espressione e per il mondo laico". Unico conforto, in una giornata piena di colpi di scena, il fatto che giovedì "avremo comunque il discorso che il Papa aveva preparato per questa occasione". Dopo aver sottolineato di essere "laico, non attribuisco colpe a nessuno", il rettore ha criticato alcuni docenti, animatori della protesta anti-Ratzinger, definendoli "cattivi maestri": sarebbero anche loro, secondo Guarini, tra le concause della decisione del Papa di annullare la visita; gli stessi docenti firmatari della lettera inviata a novembre al rettore, in cui si dicevano perplessi per l'invito di Papa Benedetto XVI alla Sapienza. Era tutto pronto per ricevere il Papa: "Avevamo la massima garanzia di sicurezza per l'Aula Magna che era stata prenotata da studenti, docenti e ricercatori de La Sapienza e, fuori dalla città universitaria la competenza sarebbe stata delle forze di polizia". E poi, quasi a giustificarsi: "Io ho affermato il principio della libertà di tutti, quindi non posso rammaricarmi di nulla". A Guarini, in serata, non resta che confermare il "regolare svolgimento" della cerimonia di inaugurazione dell'anno accademico che giovedì prevede la relazione introduttiva del rettore, l'intervento dei rappresentanti degli studenti e del personale, la lectio magistralis sul tema della pena di morte del professor Mario Caravale e l'intervento del ministro Fabio Mussi e del sindaco di Roma Walter Veltroni".


....copiato da http://www.ansa.it/


questo e' un pezzo di storia che restera' nella vita dell' Italia.
Non ho grandi communti da fare, solo una sorte di grande disgusto per la mancanza di rispetto che non esiste piu' per nessuno e niente.

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